Chi cavolo è Nicola Delvecchio?

“La gente normale sui telefoni conserva foto dei fidanzati, di piatti prelibati o delle ultime vacanze al mare. Io ho solo foto di hotel innovativi che ho visitato di persona”

Una storia di sogni controcorrente: la mia

Ciao sono Nicola e oggi voglio raccontarti un po' della mia storia, partendo dalle mie radici.

Sono nato e cresciuto in una piccola frazione di Ferrara chiamata Pontelagoscuro

La mia formazione è iniziata li, dove ho frequentato le scuole elementari e medie. Poi ho deciso di iscrivermi all'istituto professionale alberghiero Orio Vergani di Ferrara. Avevo 15 anni e già sapevo che volevo lavorare nel mondo dell'ospitalità. Questa scelta ha sorpreso molti, dagli insegnanti ai parenti, soprattutto perché in Italia frequentare una scuola alberghiera è spesso visto come una scelta di ripiego.

Scelsi la scuola alberghiera forse senza rendermene pienamente conto, ma sapevo che volevo lavorare con e per le persone, vederle felici, lasciare un segno. Il settore turistico mi sembrava perfetto per realizzare questo desiderio. Lo definisco spesso un mondo felice e colorato, e rappresentava per me lo spazio ideale in cui dare espressione alle mie attitudini.

Dopo il diploma, decisi che era il momento di lasciare Ferrara. Sentivo il bisogno di provare a vivere fuori, così mi iscrissi al corso di Laurea in Economia del Turismo a Rimini, presso l’Ateneo di Bologna.

Per un curioso gioco del destino, nacque un'opportunità: uno stage presso Teamwork, una delle società di consulenza e formazione alberghiera più importanti in Italia. Era una realtà che avevo già conosciuto in passato e mi affascinava il loro approccio. Inoltre, amavo l’idea di poter continuare a imparare e trasmettere conoscenze.

In quella società, ho conosciuto professionisti da cui ho imparato moltissimo. Tra tutti, Mauro Santinato e Alfredo mi hanno insegnato l’arte della consulenza e della formazione alberghiera, trasmettendomi una passione che porto ancora oggi. Lavoro ancora con loro, e nel frattempo ho accumulato tante esperienze che hanno rafforzato il mio amore per l’ospitalità e lo scambio di conoscenze.

Fare il consulente alberghiero è un modo di essere.

Una delle frasi a cui sono più affezionato è quella del politico francese Jean Jaurès, "Non si insegna quello che si vuole, non si insegna nemmeno quello che si sa o si crede di sapere; si insegna e si può insegnare solo quello che si è".

Credo che questo settore abbia una grande bisogno di persone, più che di personaggi. Chi mi conosce sa infatti che che l’autenticità è uno dei valori a cui sono più affezionato.

Oggi in Teamwork lavoro principalmente come consulente di product marketing strategico nel mondo hospitality: mi occupo di progetti di riqualificazione, nuove aperture, definisco aspetti di varia natura (economica, gestione e di marketing) con l’obiettivo che qualsiasi struttura abbia il successo che meriti.

Voglio aiutare albergatori e imprenditori del settore a ripensare i loro servizi, a offrire più valore e ottenere soddisfazioni economiche maggiori.

Hotel Voyager: com’è nato?

Il nome nasce in una sera a Berlino, all’hotel Circus. Stavo facendo un video con il telefono dove raccontavo, quasi come un documentario, le caratteristiche della hall, delle camere, dei servizi ecc… Un mio collega mi guarda e mi dice “Sembri quello che fa Voyager (si riferiva a Giacobbo del programma di Rai2) e io rispondo

Giusto, sono un HOTEL VOYAGER!”

Negli anni ho avuto la fortuna di fare moltissimi viaggi studio grazie a Teamwork.

Ogni volta tornavo a casa pieno di idee su hotel innovativi, nuovi concetti di ospitalità, e modi di migliorare l’esperienza dei clienti. Ogni viaggio mi ispirava sempre di più, alimentando la mia passione per l'ospitalità e per l'innovazione nel settore.

Da questa continua ricerca di ispirazione è nata l'idea di sviluppare Hotel Voyager, da semplici video è diventato un progetto di formazione ispirazionale pensato per albergatori e architetti.

Con Hotel Voyager, porto i partecipanti a visitare con me hotel in tutto il mondo, per osservare da vicino le soluzioni più innovative e imparare direttamente da chi ha saputo rivoluzionare l'ospitalità.

L'obiettivo è mostrare concretamente cosa significa innovare, ispirare chi lavora nel settore a pensare fuori dagli schemi, e applicare ciò che vedono ai propri progetti.

Gli albergatori che mi conoscono, mi definiscono “quello che ha le idee nuove (e vincenti)”

Diciamo che vedono in me una specie di baule sia di marketing ideas (piu pratiche) che business ideas (piu strategiche e difficili)

Queste ultime sono quelle che mi appassionano di più.

In Teamwork Hospitality contribuisco tuttora e ho contribuito a ideare o riposizionare alcuni hotel e resort indipendenti innovativi per il territorio in cui si trovano, e che oggi hanno successo sul mercato sia economico che di reputazione:

Ho seguito circa una cinquantina di progetti, ognuno ha una sua storia e un suo percorso.

Parlano di me

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